Sai cos’è?
Dal 1 luglio 2017 entra in vigore la Direttiva Europea che impone l’installazione di sistemi per contabilizzare i consumi di riscaldamenti, raffreddamento ed acqua calda sanitaria nei condomini con impianto centralizzato.
Ovviamente questo comporta dei costi, che si sommano ad una delle voci di spesa più pesanti nel bilancio condominiale.
Come era naturale, in molti condomini dove ho affrontato la questione ho notato un certo malumore al proposito. A nessuno fa piacere spendere del denaro in più per un aspetto considerato già troppo costoso.
Mi sono resa conto però che, nella maggior parte dei casi, i dubbi e le perplessità sono causati da una scarsa conoscenza della materia.
Credo quindi sia importante spiegare in cosa consiste davvero la contabilizzazione del calore: solo così è possibile giudicare se si tratti una spesa inutile o se offra dei vantaggi nel lungo termine.
Come funziona la contabilizzazione del calore
La maggior parte dei condomini italiani possiedono impianti centralizzati a colonne montanti, il che implica l’installazione di due tipi di dispositivi: valvole termostatiche e ripartitori di calore.
Le valvole termostatiche sono dei regolatori di temperatura ambiente da installare sui corpi scaldanti in sostituzione delle precedenti valvole di apertura e chiusura. Offrono la possibilità di impostare all’interno del proprio alloggio la temperatura desiderata.
I ripartitori di calore sono invece dei dispositivi elettronici che rilevano la quantità di calore emessa dai corpi scaldanti al fine di mantenere la temperatura stabilita con le valvole termostatiche.
Per installare valvole termostatiche non sono necessarie opere murarie o cablaggi elettrici: si tratta in un’operazione relativamente semplice e veloce.
Come funziona la ripartizione della spesa di riscaldamento
La ripartizione di calore permette di misurare due diverse tipologie di consumo: il consumo volontario e quello involontario.
Il primo dipende dalle scelte di ogni condomino: ciascuno di noi può decidere in quale misura e per quanto tempo riscaldare la propria casa.
Il secondo è invece rappresentato dal calore disperso dall’impianto lungo tutto il percorso che porta dalla caldaia fino ai corpi scaldanti. Ovviamente il consumo involontario non dipende da quelli dei singoli utenti: è legato alle caratteristiche dell’impianto termico e dell’appartamento.
La spesa finale sarà determinata dalla somma di queste due voci: il consumo individuale (misurato dai ripartitori di calore) e la quota fissa ripartita su base millesimale, ricalcolata dal tecnico incaricato.
Questa è la premessa indispensabile per capire come si articola la contabilizzazione del calore.
Pensi si tratti di una spesa inutile o di un’opportunità?
Io ho un’opinione abbastanza chiara al proposito.
Se ti interessa scoprirla, ne parlerò nel mio prossimo articolo.